Perché la frutta martorana si chiama così?
Tutto sta nelle sue origini conventuali!
Se la notte di Halloween porta con sé tristi colori nell’aria, tra il 1 Novembre e il 2 Novembre la città di Palermo riempie di golose leccornie i suoi canestri di vimini.
Pupi di zucchero, castagne, Tetù e Teio (tipici biscotti dei morti ricoperti di glassa), Biscotti “Inciminati”, Ossa ri morti e tanta colorata e artistica Frutta Martorana.
Si racconta ai più piccoli che questi dolci vengono preparati in occasione di una visita “speciale” che avverrà nella notte.
Un po’ come i biscotti e il latte che molti piccini preparano per l’arrivo di Babbo Natale nella notte tra il 24 e 25 dicembre.
I genitori preparano così “u’ cannistru dei morti” riempiendolo di leccornie tipiche varie e accompagnandolo spesso anche con altri regalini come giocattoli o cioccolatini che vengono donati ai più piccoli.
Storia, origini e curiosità sulla Frutta Martorana
Sembra frutta, ma non lo è; sembra un panino, ma non lo è; sembra pesce, ma non lo è; sembra tutto tranne quello che è!
Che sarà mai?
La frutta martorana sono tipici pasticcini di marzapane a forma di frutta.
Come si preparano le forme della frutta martorana?
Le forme si ricavano da stampi di gesso ottenuti con calchi di frutta vera, per poi essere dipinti con pennelli e colori alimentari.
Pensa che la prima versione di questo dolce è stata realizzata dalle monache del convento benedettino annesso alla Chiesa di Santa Maria Dell’Ammiraglio.
Quello che noi conosciamo a Palermo come La Martorana.
Le monache escogitarono della frutta finta con il marzapane in occasione della visita del vescovo.
Con questa frutta finta ma succulenta riempirono così gli alberi sfogli del giardino, dal momento che la visita del vescovo avvenne per la stagione invernale, periodo durante il quale gli alberi non producono di certo grande frutto.
La frutta martorana si chiama così, perché prende il nome dal luogo in cui è stata ideata ossia la chiesa “La Martorana”!
Successivamente nel XVI secolo la produzione di frutta martorana divenne appannaggio della Corporazione dei Confettari.
Il sinodo diocesano di Mazara impedì infatti alle suore di dedicarsi ad attività che avrebbero potuto distoglierle dal quotidiano raccoglimento liturgico.
Se vuoi scoprire di più sulla pasticceria conventuale di Palermo, ascolta l’Ep. 21 del mio Podcast. Qui troverai le origini e la storia della Cassata Siciliana perché anche lei ha origini conventuali.
Pasticceria Conventuale a Palermo: i Segreti del Chiostro tra passato e presente
Non solo storia, ma anche attualità!
Oggi la pasticceria conventuale trova la sua continuità nel nuovo progetto della Chiesa di Santa Caterina a Palermo.
Con vista su Piazza Bellini, I segreti del Chiostro è un progetto innovativo, ma anche un luogo di ritrovo e di incontro in cui è possibile riscoprire l’arte e la tradizione della pasticceria palermitana, attraverso la riproduzione delle antiche ricette dei monasteri.
E protagoniste di queste ricette non potevano che essere figure femminili.
Quello che oggi è un mestiere quasi al maschile, in tempi non poco recenti le mani femminili preparavano con destrezza ed esperienza le antiche ricette.
Queste ricette sono state poi tramandate nei secoli fino ai nostri giorni.
Un luoho che merita di essere visitato e che dà voce ad una eredità materiale degna di essere tramandata alle generazioni future.
Se hai cercato la storia della frutta martorana di sicuro ti intesserà anche scoprire la storia e la ricetta del salame turco.
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